Di Domenico Livigni
In una città come Napoli, un’area ricca di grande tradizione teatrale e cinematografica, la salvaguardia della memoria ci appare come un dovere civico. In questo senso, l’amministrazione comunale procede da diverso tempo all’intitolazione delle strade o delle scale senza denominazione, con lo scopo di rendere attiva e viva la memoria di quegli artisti che hanno contribuito in modo sostanziale alla crescita culturale della città. Così ieri è stato fatto anche per Nino Taranto: all’interprete inimitabile di macchiette sono state dedicate nel suo quartiere d’origine, a Forcella, le scale che tagliano via Cesare Sersale e arrivano a piazza Vincenzo Calenda. Un’iniziativa, questa, che ha coinvolto anche realtà profit e non-profit del territorio, tra cui le due fondazioni Banco di Napoli e Trianon Viviani. «Intitolare queste scale a Nino Taranto – spiega Gianni Pinto, presidente del Trianon Viviani – significa non solo rendere omaggio a un grande artista napoletano, ma riaffermare il legame vitale tra Forcella e la sua storia culturale. Le scale Taranto diventeranno così non solo un punto di riferimento geografico, ma un luogo di memoria viva e di rinnovamento culturale». Energico e simpatico interprete della grande tradizione teatrale napoletana, Nino Taranto ha lasciato una traccia profonda nella storia dello spettacolo per le sue straordinarie doti recitative: attore comico e drammatico, popolare nei varietà e nei film «musicarelli». La paglietta tagliuzzata fu un simbolo della sua personalità, creando una maschera, ma in teatro recitò anche il repertorio del grande commediografo stabiese Raffaele Viviani. Anzi, si può ben affermare che, grazie al suo apporto, il teatro di Viviani – le cui opere non erano più state rappresentate dalla morte del drammaturgo – ha mantenuto inalterata la propria forza espressiva, inserendosi così in quel filone artistico che gode tuttora di una grande fama. Nino Taranto è stato un attore completo e la sua posizione è stata quella di un interprete eclettico capace come pochi di cambiare registro recitativo, adattandosi ai ruoli più disparati. Va poi ricordato che la sua vita è stata legata indissolubilmente alla “sua” Napoli, quella città che, come da lui stesso dichiarato in più occasioni, decise di non abbandonare. Alla cerimonia dell’intitolazione erano presenti, oltre i nipoti dell’attore, il vicesindaco Laura Lieto, il direttore artistico del Trianon Viviani Marisa Laurito e il critico teatrale Giulio Baffi. «Spesso sostengono che sia sbagliato cambiare la toponomastica della città – ha dichiarato Marisa Laurito – per dedicare strade agli artisti. Secondo me, invece, è doveroso, perché gli artisti offrono tantissimo alla comunità e portano il nome di Napoli nel mondo, come ha fatto egregiamente Nino Taranto. Poi è anche bello ricordare delle persone meravigliose come lui, che hanno messo la propria ragione e la propria arte al servizio della città e del suo popolo». A Nino Taranto è dedicato inoltre una parte del ricco cartellone degli spettacoli che andranno in scena al Trianon; infatti, dal 17 aprile l’artista verrà ricordato in teatro con una mostra, a cura di Giulio Baffi, e due spettacoli: C’era una volta Nino Taranto, con Alessia Moio, e Piedigrotta Taranto per la regia di Giuseppe Sollazzo.
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