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IL SENTIERO DEI FIGLI ORFANI

Di Giovanni Capurso - Alter Ego Editore – 204 pp. euro 14

di Antonio Tedesco



Con questo suo ultimo romanzo (Il sentiero dei figli orfani, Alter Ego Edizioni) Giovanni Capurso immerge il lettore in un piccolo universo che sembra fissato in una dimensione assoluta della memoria al di là del tempo reale nel quale i fatti narrati si svolgono. Con il passo cadenzato sul ritmo di un impianto narrativo classico, si snodano così le vicende di un tipico romanzo di formazione nel quale il percorso del protagonista, colto in quell’età fatidica che vede il confine tra fanciullezza, adolescenza e primi bagliori dell’età adulta, rimanda anche a quello di un ambiente sociale e geografico (siamo a San Fele, un paesino della Lucania), che sembra immobile, come scolpito nelle usanze e tradizioni di una vita “antica” e in apparenza immutabile (siamo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta del Novecento).

Come spesso accade saranno degli elementi esterni a questa realtà a produrre il fattore perturbante che segnerà la crescita di Savino, il giovane io narrante della storia. L’arrivo dello “straniero”, il “diverso”, in un certo senso (Adamo, un uomo solitario con qualche ombra nel suo passato), attraverso il quale si aprono prospettive nuove, punti di vista differenti, riflessi di altre realtà con le quali confrontarsi. E con esso una figura femminile (Miriam), fonte di primi turbamenti amorosi, anche lei esterna alla realtà del ragazzo, proveniente dalla città e portatrice di idee e mentalità diverse per il giovane Savino, chiuso fino a quel momento nel suo piccolo mondo, e che, anche per questo, si sente fortemente attratto dalla giovane. Scandito in una sequenza ordinata di capitoli, i luoghi della memoria (la famiglia e il paese, con i suoi riti, usanze, tradizioni) interagiscono con le tappe di questa doppia “educazione”, sentimentale e alla vita, che non solo rappresentano snodi essenziali al processo di crescita del giovane protagonista, ma che troveranno anche, in un inatteso finale, il loro punto d’incontro, se non di fusione. Il romanzo procede con buona progressione descrivendo una superficie sotto la quale si agitano sentimenti tumultuosi (del protagonista e non solo) sostenuto da una scrittura piana, dal ritmo uniforme e avvolgente, nella quale emozioni e stati d’animo contrastanti, sembrano voler cercar riparo dagli impetuosi sentimenti che li generano o, quantomeno, trovare in questo ordine narrativo una loro possibile composizione.

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